“CHE GUEVARA FU UN COMUNISTA DI MERDA” – FELTRI SPARA ALZO ZERO CONTRO IL RIVOLUZIONARIO CUBANO:" DAL SINDACO DI MILANO AL CORRIERE DELLA SERA, LA BORGHESIA MILANESE LO ESALTA TACENDO IL FATTO CHE NON FU UN EROE MA UN ASSASSINO CHE SPARAVA IN TESTA A GENTE DISARMATA. E IL PERICOLO SECONDO FIANO E IL GOVERNO SAREBBE IL FASCISMO. FATE SCHIFO"
Fidel Castro, il dittatore che ha governato Cuba con un pugno di ferro per quasi sei decenni, è morto da più di tre anni. Sfortunatamente, il suo regime non è morto con lui. L'isola più grande dei Caraibi è ancora sotto il pesante giogo del comunismo.
La Bolivia ha messo la Bibbia tra i simboli del governo - Il governo provvisorio ha anche rotto i rapporti con il Venezuela di Maduro perché ha "violato le regole della diplomazia interferendo" negli affari interni del Paese.
Il governo provvisorio boliviano ha annunciato la rottura dei rapporti conil governo venezuelano guidato da Nicolas Maduro e l'espulsione dei diplomatici venezuelani a La Paz: l'accusa è di aver "aver violato le regole della diplomazia interferendo" negli affari interni del Paese andino.
ALBERT SCHWEITZER E LA DECOLONIZZAZIONE INTEMPESTIVA di Gustavo Micheletti
Breve storia dell’oblio in cui è caduto un premio Nobel della pace, un grande medico e musicista, nonché l’inascoltato profeta di una tragedia epocale.
Albert Schweitzer fu musicista, medico, filosofo e teologo. Scomparve all’età di 90 anni dopo aver dedicato la vita a curare intere famiglie in Africa con i soldi guadagnati suonando all’organo la musica di Bach, di cui è stato uno dei massimi interpreti. Einstein ebbe a definirlo “il più grande essere umano del XX secolo” tanto da considerare la sua figura morale e spirituale paragonabile, tra i suoi contemporanei, solo a quella di Gandhi.
“Siamo comunque grati agli americani per averci liberato, col concorso dei partigiani”. Curiosamente in un centro sinistra che spara contro Bush per la sua visita del 4 giugno, è quasi Fausto Bertinotti quello che si mostra più pacato. Ma anche lui usa poi un giro di parole la cui implicazione sembra essere che il lavoro sia stato per lo meno fifty-fifty, se non che addirittura siano stati i partigiani a fare lo sforzo principale. Prima ancora di essere il mito fondante dei partiti della Prima Repubblica, e in particolare del Pci, questo assunto fu fatto proprio dallo stesso Stato italiano, proprio per ottenere condizioni di pace meno gravose. “Anche l’Italia ha vinto”, era il famoso titolo di un numero speciale del 1945 del Mercurio, rivista culturale allora di grande prestigio.
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Sei anni fa lo scrittore non conformista Dominique Venner scelse Notre-Dame per uccidersi con un colpo di pistola.
Era il suo modo di dire addio a una «certa idea» della Francia e dell'Europa, una nazione e un continente di cui si ostinavano a rimanere in piedi i monumenti, ma si era nei secoli disseccata la linfa; una protesta e, insieme, una rivendicazione perché le ragioni per vivere e le ragioni per morire sono spesso le stesse e quando le parole sembrano risultare impotenti, è necessario un atto per esprimere ciò che si prova.
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Cari professori... A scuola, parlare solo delle vittime del nazionalsocialismo e non di quelle del comunismo, significa dire una mezza verità. E una mezza verità come questa, è una falsità. In danno, per di più, di giovani che vi danno fiducia. Continuate dunque, cari professori, a celebrare il «Giorno della Memoria» (27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz) e a ricordare la Shoah, le leggi razziali, le deportazioni.
Un anno fa, un attivista di nome Daniel Llorente ha interrotto la marcia della Giornata dei lavoratori a L'Avana, a Cuba. Indossando la maglietta con la bandiera cubana, Llorente sventolo' la bandiera americana e corse davanti alla processione piena di foto di Fidel Castro. È stato affrontato da agenti sotto copertura dello stato. Ma per un breve momento, un dissidente cubano ha sventolato la bandiera americana a L'Avana durante la celebrazione ufficiale della Rivoluzione Socialista.
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Le foibe: anche un gran numero di italiani sono stati vittime della violenza comunista. I partigiani di Tito, e molti partigiani comunisti italiani si sono macchiati di azioni raccapriccianti: deportazioni, uccisioni gratuite, torture, e atti di sadismo hanno contraddistinto molte azioni della "resistenza" nelle zone di confine. Secondo le stime più attendibili sono oltre 10.000 gli italiani vittime delle azioni dei comunisti in Friuli e in Jugoslavia.