Le assurdità del comunismo sono davvero innumerevoli quanto le atrocità commesse da questa ideologia. In questa pagina sono raccolte un po' alla rinfusa alcuni di questi fatti. Quello che stupisce maggiormente è la totale ottusità della burocrazia statalista di stampo comunista (di ogni statalismo si potrebbe dire la stessa cosa, ma l'ottusità e l'arroganza della burocrazia marxista, specialmente di quella cinese, resta insuperabile).

"Belle autostrade in America": attività antisovietica!
Un certo giudice ebbe a trattare una causa: un cittadino russo tornato dagli Stati Uniti affermava calunniosamente che là c'erano belle autostrade.
Nient'altro. Anche nella "pratica" non c'era altro. Il giudice si arrischiò a rimandare la pratica per un supplemento d'istruttoria allo "scopo" di ottenere valido materiale antisovietico, ossia affinché quel detenuto fosse percosso e torturato. Ma i giudici non tennero conto di quel nobile fine, e fu risposto con sdegno: Non si fida dei nostri Organi (polizia ndr)? E il giudice fu esiliato come segretario di un tribunale militare sull'isola di Sachalin. (Sotto Chruscv erano meno duri, i giudici che avevano commesso un fallo venivano mandati... dove credete? a fare gli "avvocati".) [Arcipelago Gulag]

"Educazione religiosa: 10 anni!"
Tanja Chodkevic in una poesia scrisse: "Pregare puoi 'liberamente', ma... che ti senta solo Dio." Per questa poesia si buscò dieci anni.
L'uomo che crede di possedere la verità spirituale la deve tener nascosta ai propri figli! Una educazione religiosa impartita a bambini fu qualificata, dagli anni Venti in poi, come articolo 58.10, cioè agitazione controrivoluzionaria! A dire il vero veniva offerta la possibilità, durante il processo, di rinnegare la religione.

"Delitto facciale"
Un certo Oracevskij (pag 288 Arcipelago Gulag vol.2) era stato condannato per un delitto facciale, ovvero per un sorriso. "Era insegnante in una scuola di genieri. Nella stanza dei professori, osservando qualcosa sulla Pravda, aveva sorriso con un collega. Questi fu ucciso poco dopo e nessuno seppe mai di che cosa avesse sorriso Oracevskij. Ma il sorriso era stato veduto, e il fatto stesso di sorridere, in presenza dell'organo del partito, era sacrilego. Poco dopo dissero ad Oracevskij di fare una relazione politica. Lui disse che avrebbe ubbidito ma non era nello stato d'animo giusto. Questo fece traboccare il vaso". Oracevskij si beccò 5 anni.

Lo sterminio dei passeri voluto da Mao Tze Tung
La campagna di eliminazione dei quattro flagelli, [vedere Lo sterminio dei passeri voluto da Mao Tze Tung per leggere l'articolo completo e con galleria fotografica] secondo il linguaggio ufficiale, detta anche grande campagna anti-passeri o campagna «Uccidi i passeri», fu una delle prime campagne lanciate in occasione del Grande balzo in avanti, il piano per la crescita economica cinese dal 1958 al 1962. I quattro flagelli da eliminare erano i ratti, le mosche, le zanzare e i passeri. I passeri, furono inclusi nella lista perché la loro abitudine a nutrirsi di cereali sottraeva alla popolazione rurale una parte del raccolto di grano e riso. Per sterminarli, la popolazione cinese fu mobilitata in massa: i contadini furono incaricati di fare rumore (battendo pentole, vasi o tamburi) per spaventare gli uccelli e impedir loro di posarsi sugli alberi, forzandoli a volare fino a cadere a terra morti per lo sfinimento. Anziché aumentare, i raccolti di riso  in assenza dei passeri, suoi predatori naturali, la popolazione di cavallette aumentò considerevolmente e ne risultò un'amplificazione dei problemi ecologici della Cina già causati dal grande balzo in avanti. Un tale squilibrio ecologico è stato indicato tra le cause che provocarono la grande carestia cinese durante la quale oltre 30 milioni di persone sarebbero morte di fame.

Una battuta su Stalin: 5 anni di gulag
"Lo sa, mio nonno faceva il postino al villaggio, e un giorno ha detto a un conoscente che passava di lì: "Ehi, c'è Stalin che vuole al telefono!" Così è finito nei campi per cinque anni per aver detto una battuta su Stalin". [Colin Thubron: In Siberia pag.291]

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