La Cina ci ama. E dice che il Coronavirus è nato in Italia. Leggere per credere
Con un tam tam sui quotidiani ufficiali del Partito comunista cinese si fa strada la teoria per cui il coronavirus sarebbe nato in Italia. Ma è una distorsione di un'intervista rilasciata dal professor Giuseppe Remuzzi a un giornale americano. Un fuoco di fila che mal si accompagna alla retorica della "solidarietà" con il governo italiano.
[Articolo di Francesco Bechis]
Quasi amici. Il Partito comunista cinese (Pcc) ha trovato il vero responsabile della pandemia globale del coronavirus: l’Italia. Lo fa sapere con un fuoco di fila sui suoi quotidiani ufficiali, rilanciando un’intervista rilasciata alla National Public Radio (Npr), popolare emittente statunitense, dal professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto ricerche farmacologiche Mario Negri.
In un passaggio, il medico ricorda di “aver osservato polmoniti molto strane, e molto gravi, soprattutto fra persone anziane già a dicembre e perfino a novembre”. “Questo vuol dire – prosegue Remuzzi – che il virus circolava, almeno in Lombardia, e prima che fossimo a conoscenza della crisi in Cina”.
Le parole di Remuzzi sono ora al centro di un tam-tam sui media ufficiali della Città Proibita, che con toni allusori lascia intendere che l’Italia sia stata il primo epicentro della crisi mondiale. Ecco che allora sul profilo twitter del Global Times, megafono inglese del partito, appare un cinguettio, senza link di rimando né fonti citate: “L’Italia potrebbe aver avuto una strana casistica di polmoniti già a novembre e dicembre del 2019 con sintomi altamente sospetti del Covid19, viene riportato”.
#Italy may have had an unexplained strain of pneumonia as early as November and December 2019 with highly suspected symptoms of #COVID19, reports said. pic.twitter.com/5AJS8RakT0
— Global Times (@globaltimesnews) March 22, 2020
Si accoda il Jiefang Daily, il foglio ufficiale del Comitato del Pcc a Shanghai, noto alle cronache per aver coniato, nel lontano 1943, la frase-motto dell’epopea comunista cinese: “Senza il Partito comunista, non esisterebbe una nuova Cina”. “Famoso esperto italiano: il virus potrebbe essersi diffuso in Italia prima dello scoppio in Cina” recita il titolo con cui viene lanciata la notizia. Nel corpo, l’articolo riporta le dichiarazioni di Remuzzi con una cura particolare delle sue affiliazioni, a sottolineare l’autorevolezza della fonte.Peccato che Remuzzi abbia alluso alla possibilità che in Italia circolasse il virus prima che si “fosse a conoscenza” del virus in Cina, non prima che “scoppiasse”.
Attention #Italy! After blaming #USArmy for bringing #CCPVirus #COVID2019 to #Wuhan, #CCP is trying to shift responsibility to you, saying your top expert Giuseppe Remuzzi said that #coronavirus symptoms appeared in Italy earlier than in #China. Report: https://t.co/O1JQXGdOTN pic.twitter.com/mpl73coX6Z
— Jennifer Zeng 曾錚 (@jenniferatntd) March 21, 2020
Questa però è ormai la linea ufficiale del Pcc. T-House, blog molto popolare della Cgtn (China global television network), emittente controllata dalla tv statale Cctv (China central television), si spinge oltre. “Come riportato da Npr, il dottor Giuseppe Remuzzi sostiene che i medici ricordano di aver visto strani polmoniti già a novembre, il che può voler dire che il virus circolava in Italia prima ancora che i dottori in Cina ne fossero a conoscenza”. Un capovolgimento a 360°: erano i medici cinesi, spiega il blog della tv pubblica, a non essere a conoscenza del virus in Italia.
As reported by @NPR, Italian doctor Prof. Giuseppe Remuzzi says general practitioners "remember having seen very strange pneumonia" as early as November, which could mean the virus was circulating in Italy before doctors in #China were even aware of it. #COVID19 pic.twitter.com/dCwHbFwVKh
— T-House (@thouse_opinions) March 21, 2020
Dopo il complotto contro gli Stati Uniti, che sono stati accusati prima dal portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian e poi quotidianamente dai media di Stato cinesi di aver diffuso il virus a Wuhan, ora c’è l’Italia nel mirino. La stessa Italia che la Cina da settimane promette di soccorrere con aiuti umanitari e una nuova collaborazione nel settore sanitario con una “Via della Salute”, ma anche nel 5G, raccogliendo un certo successo fra i palazzi della politica.