Ha scritto Michail Geller nella prefazione alla prima edizione di Kolymskie Rasskazy [titolo originale dei I racconti della Kolyma]: "[la Kolyma] era un'industria sovietica, una fabbrica che dava al paese oro, carbone, stagno, uranio, nutrendo la terra di cadaveri. Era una gigantesca impresa schiavistica che si distingueva da tutte quelle conosciute nella storia per il fatto che la forza lavoro fornita dagli schiavi era assolutamente gratuita.
Un cavallo alla Kolyma costava infinitamente di più che uno schiavo-detenuto. Una vanga costava di più". La Koylma è una regione del nord est della Sibieria. E' ricchissima di minerali ed estremamente inospitale.
Nella Kolyma si registrano i climi più estremi dell'emisfero settentrionale.
Si calcola che nei gulag della Kolyma siano morte oltre tre milioni di detenuti.
La regione della Kolyma prende nome dall'omonimo fiume. Il fiume Kolyma nasce dal versante sudorientale dei monti Čerskij dalla confluenza dei due rami sorgentizi Kulu e Ajan-Jurjach, dirigendosi dapprima verso sud-sudest; compie successivamente una decisa svolta, prendendo direzione nordorientale; dopo la confluenza degli affluenti Balygyčan, Sugoj e Korkodon compie un'amplissima ansa per aggirare l'area rilevata nota come altopiano degli Jukagiri (Jukagirskoe Ploskogor'e).
Si dirige successivamente verso nordest; dopo l'insediamento di Zyrjanka diviene un fiume di pianura, molto largo e dalla pendenza debolissima, con grossi problemi di drenaggio nella stagione estiva; segna, fino alla foce, il confine orientale del bassopiano omonimo. Sfocia nel golfo della Kolyma (Mare della Siberia Orientale), un centinaio di chilometri a valle della cittadina di Čerskij, dopo 2.129 km di corso.