"Uno dei primi concetti indigeni che il novellino del lager viene a conoscere è quello di pridurok. Con questo termine rozzo, gli indigeni hanno chiamato chi ha saputo sottrarsi alla comune sorte di condannato a morte: o se n'è andato dai lavori comuni o non vi è mai capitato. I pridurki non sono pochi nell'Arcipelago....
Sarto, suona in un lager, press'a poco come professore universitario nel mondo libero. Al contrario, il vero professore suona come una beffa, meglio non rivelarsi tale per non esporsi al ludibrio. La scala dei valori sociali è capovolta rispetto quella dei liberi.
Sono pridurki, ma di infima classe, anche una lavandaia, una infermiera, un addetto alla caldaia, semplici fornai, i piantoni delle baracche. [...] I veri pridurki di zona sono: i cuochi, i tagliapane, i magazzinieri, i medici, gli infermieri, i parrucchieri, gli educatori della sezione educativo-culturale, gli addetti ai bagni, alla panetteria, al deposito, alla distribuzione dei pacchi" ...
Pagine 255-256 Arcipelago Gulag vol. 2