I modi della propaganda comunista e i metodi seguiti nell'occultamento dei crimini commessi dai comunisti possono essere brevemente sintetizzati nei seguenti punti:
1) La destalinizzazione, i processi di revisione: Kruscev dopo la morte di Stalin ha rivelato i crimini commessi dal grande dittatore a partire dall'Holodomor - sterminio per fame (la carestia indotta che ha causato 10 milioni di morti in Ucraina). Ma questa tardiva rivelazione serviva a coprire le responsabilità dello stesso Krusciov, che all'epoca era segretario del partito comunista ucraino! Il mondo ha ufficialmente conosciuto l'esistenza dei gulag voluti da Stalin (e da Lenin!) ma il processo di destalinizzazione è stato molto superficiale. Nessuno ha pagato per gli immani crimini commessi. Molti dirigenti sono stati allontanati ma hanno potuto continuare a godersi la pensione nella loro dacia sul mar nero. Tutte le responsabilità sono state attribuite a Stalin, e al “culto della personalità”. La responsabilità dell'"arcipelago" dei campi di concentramento è stata attribuita unicamente a Stalin, quando invece l'intero sistema di lavoro schiavistico è stato posto in essere inizialmente da Lenin si veda: Lenin maestro di Stalin nella pratica del terrore.
2) Giustificazionismo: quando non fu più possibile nascondere l'evidenza dei crimini (carestie, fucilazioni, deportazioni, processi farsa) il regime sovietico e i carnefici si ingegnarono per trovare giustificazioni storiche e per alterare grossolanamente i fatti e le cifre. Le versioni fornite dai comunisti dei paesi dell'est venivano bovinamente ripetute dalla stampa amica e da molti intellettuali e politici dei paesi occidentali. Furono coniati slogan utili per giustificare il terrore: "per fare una frittata occorre rompere le uova" - Lenin (e altre scemenze simili che capita ancora di sentire citate dai comunisti nostrani).
Soltanto dopo la caduta del regime comunista è stato possibile accertare parzialmente l'entità dei crimini commessi.
3) Controllo degli archivi, processi farsa: gli archivi non sono stati resi pubblici fino al crollo del comunismo. Per i crimini del comunismo non c'è stato nulla di simile al processo di Norimberga. I Gulag hanno continuato ad esistere anche se in forme appena più tollerabili e con un minor numero di prigionieri. I crimini che coinvolgevano i successori di Stalin sono stati occultati.
4) Il controllo della stampa, dei mass media da parte della polizia. Distruzione dei documenti: mentre esistono centinaia di foto dei campi di concentramento nazisti, ben poco è rimasto a documentare i ben più numerosi e duraturi campi di lavoro sovietici e cinesi. Nessun filmato, quasi nessuna foto, se si eccettuano quelle di carattere propagandistico.
5) Assoluta chiusura dei confini: impossibilità per gli stranieri di viaggiare liberamente, impossibilità per i sovietici di avere contatti con gli stranieri. Tutto veniva controllato: corrispondenza, telefonate, spostamenti. La delazione era incoraggiata e premiata ad ogni livello (i figli erano incoraggiati alla delazione nei confronti dei genitori. I figli, le mogli dei condannati erano invitati a disconoscere padri e mariti) La delazione ha raggiunto gli l'apice nei regimi comunisti asiatici, in particolare sotto Mao e Pol Pot.
6) Sistema di passaporti interno. Impossibilità di spostarsi liberamente all'interno dell'Unione Sovietica (e della Cina). Nei regimi comunisti vigeva la totale impossibilità di lasciare il paese liberamente o non controllati da commissari del partito (divieto applicato all'interno di tutti i paesi del blocco comunista, fino ai giorni nostri a Cuba).
7) Prostituzione intellettuale delle personalità in vista all'interno delle società comuniste come scrittori sovietici (Gorkij il caso più evidente) o stranieri, sportivi, scienziati. Sono state moltissime le persone “in vista” che hanno glorificato (volontariamente, o sotto pressione) la “rivoluzione socialista”. Anche in occidente, gli esponenti della sinistra hanno ostacolato, minimizzato e deriso coloro che come Solgenicyn rendevano nota la realtà sovietica. ARCIPELAGO GULAG: quel grido di Solženicyn che la sinistra non ascoltò.
8) Sfruttamento propagandistico della vittoria sul nazismo: i sovietici hanno saputo sfruttare molto bene la loro partecipazione alla vittoria sul nazismo. Il nazismo, bollato come “male assoluto” non poteva che mettere al riparo il comunismo che lo aveva combattuto. In occidente c'è stata e c'è tuttora parecchia ingenuità su questo punto: l'armata rossa e Stalin vengono continuamente glorificati per aver combattuto il nazismo... peccato che il comunismo non abbia affatto “liberato” i paesi occupati dai nazisti ma abbia semplicemente sostituito la dittatura tedesca con la dittatura di Mosca.
9) Esaltazione della “Resistenza”: il fatto che molti partigiani comunisti abbiano, nella lotta di liberazione, stretto rapporti di amicizia e solidarietà con altri partigiani antifascisti (cattolici, liberali, monarchici), ha enormemente aiutato la propaganda comunista e l'accettazione della politica sovietica. Questa cieca esaltazione della "resistenza" ha per anni coperto, minimizzato e sottaciuto molti crimini commessi dai partigiani. Il caso più eclatante è quello delle foibe.
10) Gli enormi sacrifici sopportati dai russi (il popolo e l'esercito che più hanno sofferto nella seconda guerra mondiale per mano non solo dei nemici ma ancor più per le persecuzioni, le paranoie e la tirannide di Stalin) hanno generato un sentimento di gratitudine in Occidente. Sentimento che la propaganda comunista ha sfruttato ignobilmente: moltissimi soldati dell'Armata Rossa sono passati, al ritorno dalla guerra, dai campi di prigionia dei nazisti, direttamente ai Gulag siberiani: "sei stato catturato o ti sei consegnato al nemico? Fai la spia per i tedeschi?! Ai gulag!".