Le lacrime di Angela Carini

Le lacrime di Angela Carini, vittima dell'ideologia, lavino gli occhi di chi non riesce a vedere.

Alle Olimpiadi parigine i nemici delle donne stanno trionfando. Così la pugile italiana, partita femminista, è finita martire del genderismo, siccome nella finis Europae qualcuno più nichilista di te lo trovi sempre.

Beata Angela pugilatrice e martire. Che una donna dedita a tirar pugni si trasformi in martire è qualcosa che prova l’esistenza del famoso mondo al contrario. Mai avrei immaginato di poter lodare una persona simile. Soltanto un’olimpiade fa una campionessa di boxe mi avrebbe suscitato lo stesso effetto della donna barbuta: raccapriccio. Ma i tempi precipitano veloci ed ecco che amo Angela Carini, napoletana cresciuta ad Afragola e Piedimonte Matese, residente a Marcianise, tutta Campania non troppo felix, e a cui vorrei dedicare una pala d’altare. Aveva cominciato da femminista, tributo ai tempi: “Il pugilato viene visto come uno sport prettamente maschile ma solo perché tante persone hanno ancora dei pregiudizi. Sappiamo bene che le donne sono molto coraggiose”. Fra i retrogradi pieni di pregiudizi ovviamente c’ero anch’io e ancora oggi non dubito che molte donne siano molto coraggiose ma non vedo perché lo si debba dimostrare facendosi rovinare la faccia. Il naso rotto sta meglio ai maschi e penso a Marlon Brando, a Jean-Paul Belmondo.

Aveva cominciato da femminista, Angela non ancora Beata, ed è finita martire del genderismo, siccome nella finis Europae qualcuno più nichilista di te lo trovi sempre. Alle Sodomiadi parigine i nemici delle donne stanno trionfando. Alle donne hanno rubato la potenza erotica: le drag queen sono draghi che bruciano principesse e non vedo nessun San Giorgio all’orizzonte, vedo invece Gabriel Attal che non ce la può fare a guardare Angela come la guardo io. Non paghi, alle donne hanno sottratto anche la vittoria sportiva, con gare sleali. Si realizzano le parole pronunciate da Ida Magli, profetessa che allora deridevano e che oggi lapiderebbero, in un convegno del 2008: “Gli omosessuali al potere svuotano di senso l’uguaglianza delle donne”. La valorosa antropologa scrisse in seguito che “l’emersione a livello di valore assoluto dell’omosessualità maschile caratterizza la società occidentale segnalandone la libido moriendi”. Parigi 2024 non è grandeur, è requiem.

Vengo alla pala d’altare. Angela inginocchiata e piangente sul ring, col saraceno di sesso misterioso incombente dietro di lei, mi ha fatto subito pensare ai quadri che raffigurano la decapitazione di Sante quali Sant’Eurosia, martirizzata dai maomettani, dipinta da Jacopo Guarana, e Santa Dorotea, uccisa dai pagani, dipinta da Jacopo Ligozzi. Il sangue delle martiri fu seme di nuovi cristiani, le lacrime di Angela, pugilatrice e vittima dell’ideologia, lavino gli occhi di chi ancora non riesce a vedere.

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