In molti libri ed enciclopedie Lenin viene ricordato come rivoluzionario e iniziatore del movimento comunista internazionale. Si dimentica, però, che molti crimini di cui si macchiò più tardi Stalin furono avviati da Lenin stesso. E la cosa non sembra imbarazzare Bersani (e il Pd)
Uno degli errori più grandi che possono essere fatti, limitandosi a letture frettolose, è considerare Lenin meno colpevole di Stalin. In realtà taluni gravi crimini vennero messi in pratica dai rivoluzionari russi subito dopo aver preso il potere. La violenza criminale non è figlia della degenerazione staliniana, dunque, ma era stata teorizzata e messa in pratica anni prima.
di Andrea Guenna – Per il giorno della memoria mi preme ricordare i Gulag voluti da Lenin e poi da Stalin, lager sovietici nati per rieducare chi non era d’accordo col potere comunista. Oggi finalmente, e grazie soprattutto alla monumentale opera di denuncia di Aleksandr Solzenicyn, il mondo è stato messo al corrente che, non solo Hitler e il nazismo hanno marcato tristemente il novecento, ma anche Stalin e il comunismo. Stessi metodi, in entrambi i casi milioni di morti innocenti. Nei lager tedeschi ne sono morti circa sette milioni, in quelli sovietici quattro volte tanto. Si lavorava fino allo sfinimento. Ad esempio, fra il 1930 e il 1933, è stato scavato dai detenuti il canale tra Mar Baltico e Mar Bianco, 227 chilometri in due anni e mezzo e morirono ben 227.000 prigionieri. Allo stesso modo furono costruiti parte della Transiberiana, le due centrali idroelettriche maggiori del paese, la metropolitana e l’università di Mosca. Le vittime ci sono state ma non se ne conosce la quantità esatta. Tra il 1941 ed il 1953 oltre il Circolo Polare Artico sono stati aperti molti campi per sfruttare le miniere d’oro e di diamanti. Sono i famigerati “crematori bianchi” dove lo sterminio avvenne senza il bisogno delle camere a gas e dei forni crematori: si moriva di fame, di freddo e di fatica.
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https://drive.google.com/file/d/1QDtLeS6eWbQeu-GGgCQENRgpUUw9A2Z4/view?usp=sharing
Titolo Originale: JONESTOWN: THE LIFE AND DEATH OF PEOPLES TEMPLE
Regia: Stanley Nelson
Interpreti: -
Durata: h 1.26
Nazionalità: USA 2006
Genere: documentario
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Come italiano si sentiva «un miserabile mandolinista e nulla più» mentre, come «cittadino sovietico» sentiva di «valere dieci volte più del migliore italiano».
Il 21 agosto 1964 moriva Palmiro Togliatti, uno dei protagonisti della storia del Novecento. Il suo ultimo scritto, il "memorandum di Yalta", pubblicato postumo e presentato come ideale testamento, fu letto quale dimostrazione dell'intelligenza di un leader pronto a portare il Pci sull'orlo di una frattura con il Pcus e a caldeggiare l'idea di una politica "nazionale" dei partiti comunisti europei.
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Alle 21,50 del 5 marzo 1953 Radio Mosca trasmette una notizia che è uno shock per il mondo: è morto Stalin, presidente del Consiglio dei ministri dell'Urss e segretario del Comitato centrale del Pcus.
Molotov: Molotov Pseudonimo di Vjaceslav Michajlovič Scrjabin (Kukarka 1890 - Mosca 1986), rivoluzionario russo, uno tra i più importanti funzionari sovietici durante l'epoca di Stalin. Si avvicinò al movimento bolscevico nel 1906, e da allora si fece chiamare Molotov (che in russo significa "martello").
Dopo aver lasciato l’Unione Sovietica Svetlana Alliueva, la figlia di Stalin, pubblicò a metà degli anni Sessanta, uno dopo l’altro, due libri di memorie: opere tanto più preziose in quanto l’autrice era la testimone più prossima e più diretta della vita di suo padre che fosse ancora in grado di esprimere il proprio pensiero. Stalin, infatti, aveva avuto cura di eliminare tutti coloro che lo circondavano.
Vyšinskij, Andrej Januarevič (Odessa 1883 - New York 1954), uomo politico e diplomatico sovietico. Poco prima dello scoppio della Rivoluzione russa aderì al Partito socialista menscevico; nel 1920 si iscrisse al Partito comunista e negli anni successivi si mise in luce come giurista, con la formulazione di principi che trasformavano la legge in uno strumento della politica governativa.