Stalin (assieme a Mao) è senza dubbio il più grande criminale della Storia. E' stato a capo dell'Unione Sovietica dal 1924 a 1953 anno della sua morte. Ha governato con estrema durezza, sulle orme tracciate del suo predecessore Lenin. Stalin ha utilizzato qualsiasi metodo nel perseguire i suoi scopi: non ha avuto scrupoli nel servirsi di omicidi politici, di processi farsa, e nell'ordinare la deportazione di milioni di persone. Stalin è arrivato al punto di favorire e indurre l'insorgere di ha indotto carestie per avere la meglio sui contadini ucraini.
Stalin ha deliberatamente sterminato milioni di persone per i solo fatto di appartenere a un gruppo sociale o a una etnia considerata ostile al regime comunista [Holodomor - genocidio ucraino].
Sotto il suo regime si è vissuto un vero e proprio terrore: bastava una parola o uno sguardo per essere accusati (e condannati, ovviamente) di attività anticomunista. Un enorme apparato di polizia politica incombeva in ogni ambito della società e poteva contare uno spropositato numero di delatori. Tutti erano incoraggiati alla delazione, che veniva premiata. La mancata delazione era considerata un crimine.
Mentre milioni di persone vivevano nell'incubo dell'arresto e della deportazione nei Gulag, paradossalmente erano proprio i criminali comuni (ladri, scassinatori, assassini) a poter stare tranquilli [Socialmente vicini: i ladri e i malavitosi]. La polizia era estremamente lassista nei loro confronti. Se qualche criminale comune veniva catturato rischiava pochissimo: un rapinatore o un assassino potevano anche cavarsela con un anno di galera (e un'abbondante riduzione di pena). Perché? Perché secondo l'ideologia marxista leninista "la proprietà è un furto". Quindi il rapinatore che aveva svaligiato un appartamento non aveva veramente rubato, aveva, per così dire, redistribuito a suo vantaggio i beni di un "furto precedente". Lo stesso valeva nei confronti di chi si macchiava di fatti di sangue nei confronti di chi aveva la colpa di appartenere a una classe "nemica": preti, fedeli, funzionari e tecnici del precedente regime,...
Ben diverso era rubare allo Stato: quello era davvero considerato il furto peggiore (i sindacati italiani prendano nota ndr). Rubare allo stato era diffusissimo (specialmente agli alti livelli) tuttavia erano le persone più povere le sole che venivano condannate. Si poteva finire in Siberia per 10 anni (con ben poche possibilità di tornare) se si rubava da una fabbrica di vestiti un rocchetto per rammendarsi gli abiti.
Iosif Vissarionovič Džugašvili detto Stalin nacque in Georgia a Gori il 21 dicembre 1879 da una famiglia molto povera. Stalin era affetto da varie patologie fisiche (di quelle mentali vedremo in seguito): due dita del piede sinistro, il secondo e il terzo, erano fuse insieme.
All'età di 5 anni, si ammalò di una forma acuta di varicella (o forse di vaiolo). Di questa epidemia morirono molti suoi vicini di casa; egli rimase con la faccia butterata, da cui il soprannome "il butterato" che gli sarà dato in seguito e probabilmente la decisione di portare la barba prima e poi i celebri baffi.
All'età di 10 anni, davanti alla scuola ecclesiastica da lui frequentata, fu investito e travolto da un cavallo che trainava un calesse, nel corso di una festa di paese: rimase gravemente ferito al braccio sinistro, perdendone parte della capacità di articolazione (il braccio gli rimase per sempre semiparalizzato e più corto del destro di 5 cm; anche se poteva muovere e usare la mano).
Giovanissimo poté frequentare, grazie a una borsa di studio, il seminario teologico ortodosso di Tbilisi. Ebbe ancora un incidente all'età di 12 anni, sempre con un calesse (non gli avevano insegnato a guardare la strada prima di attraversare e la precedente esperienza non gli era evidentemente bastata) che gli passò sulle gambe danneggiandole, rendendone la camminata incerta anche dopo anni. Questo secondo incidente gli valse un altro soprannome: "il claudicante". A causa di questi handicap venne scartato alla visita di leva per la Prima guerra mondiale dalla commissione zarista; sempre per vergogna di questi problemi fisici e per la sua altezza non elevata rispetto alla media degli uomini russi (sebbene le fotografie e i manifesti di propaganda gli conferissero un aspetto di imponenza, era alto solo 164 cm) avrà sempre una certa ritrosia a farsi riprendere nei filmati o fotografare se non era prima avvertito e si era messo in posa; in numerose immagini e filmati reali e non propagandistici (come quelli della conferenza di Jalta) lo si nota infatti tenersi il braccio con la mano destra o nasconderlo, ad esempio nella manica lunga del cappotto o nelle tasche.
Stalin, visse un'avventurosa giovinezza come rivoluzionario socialista attivista, prima di assumere un ruolo importante di dirigente all'interno della fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, guidata da Lenin. Capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, Stalin, strettamente fedele alle direttive di Lenin [si veda Lenin maestro di Stalin nella pratica del terrore], divenne uno dei principali capi della Rivoluzione d'ottobre e del nuovo stato socialista: l'Unione Sovietica. Il suo ruolo e il suo potere politico crebbero durante la Guerra civile russa in cui svolse compiti politico-militari di grande importanza, entrando spesso in rivalità con Lev Trotzkij. Nonostante le critiche mossegli nell'ultima parte della sua vita da Lenin e il duro contrasto con Trockij, Stalin, alla morte del capo bolscevico, assunse progressivamente, grazie alla sua abilità organizzativa e politica e al ruolo di segretario generale del partito, il potere supremo in Unione Sovietica.
Dopo aver sconfitto politicamente prima la sinistra di Trotzkij, poi l'alleanza tra Trockij, Zinovev, Kamenev e poi la destra di Bucharin, Rykov e Tomskji, Stalin adottò una prudente politica di costruzione del "socialismo in un solo paese", mentre nel campo economico mise in atto le politiche estremistiche di interruzione della NEP, di collettivizzazione forzata delle campagne e di industrializzazione mediante i Piani Quinquennali, lo stakanovismo e la crescita dell'industria pesante.
A metà degli anni trenta, in una fase di superamento delle difficoltà economiche e di crescita industriale, Stalin iniziò il tragico periodo delle purghe e del Grande terrore in cui progressivamente eliminò fisicamente, con un metodico e spietato programma di repressione, tutti i suoi reali o presunti avversari nel partito, nell'economia, nella scienza, nelle forze armate, nelle minoranze etniche. Per rafforzare il suo potere e lo stato sovietico contro possibili minacce esterne o interne di disgregazione, Stalin organizzò un vasto sistema di campi di detenzione e lavoro (Gulag) in cui furono imprigionati in condizioni miserevoli milioni di persone.