Il museo del ricordo, dedicato alle vittime delle foibe e che nascerà a Roma, può diventare realtà. Il disegno di legge per istituirlo è stato approvato definitivamente e con voto unanime dalla commissione Cultura della Camera.
di Marcello Veneziani - 04 Settembre 2021
Non avrei mai pensato di tornare a difendere la memoria delle foibe dall’oltraggio militante di collettivi intellettuali spalleggiati dall’associazione partigiani. Ritenevo ormai assodato il giudizio, l’orrore e la memoria delle foibe, seppure con diverse interpretazioni dei fatti e delle responsabilità. Ero poi riluttante a parlarne ancora perché pensavo che fosse sciagurato ridurre la storia agli stermini e alle sue pagine più nere. E mi pareva meschino cercare di usare il passato a scopi politici, propagandistici o di denigrazione degli avversari, che tornano così nemici, e assoluti. E invece un miserabile attacco, prima individuale poi collettivo, ha rimesso in discussione l’entità della tragedia istriana, dalmata e giuliana e l’opportunità di commemorarla a livello istituzionale con la giornata del ricordo.
Leggi tutto: Le foibe sono il capitolo italiano degli orrori del comunismo
Settantotto anni fa l'eccidio titino sulla spiaggia di Pola dove morirono oltre cento italiani. Sangiuliano: "Mai trovati i colpevoli"
Il 18 agosto del 1946 il mare di Pola è calmo. Placido. La gente è in spiaggia in un clima di festa perché i canottieri della «Pietas Julia» hanno organizzato una gara che non rappresenta solo un evento sportivo, ma anche un modo per restare legati all'Italia. Già perché ormai la guerra è persa da un anno e Pola è l'unica città dell'Istria a non essere finita sotto il controllo di Josip Broz Tito ma sotto quello britannico. I polesani sono in acqua oppure affacciati alla riva. Alle 14.15 un boato squarcia l'aria. È morte ovunque. Brandelli di carne si alzano in cielo e alcuni malcapitati vengono addirittura polverizzati. Qualcuno infatti ha innescato ventotto mine antisbarco ai bordi dell'arenile. È un massacro. Più di cento persone vengono uccise, un terzo dei quali sono bambini.
Leggi tutto: Quella verità "infoibata" sulla strage comunista di Vergarolla
"Le mie favole del comunismo sono rifugi per sfuggire all'orrore"
Mentre Hoxha costruiva bunker, una bambina immaginava il futuro. Che ha trovato in Italia.
Intervista ad Anita Likmeta
La poesia è sempre stata per Lina Galli un modo d’essere e uno strumento efficace per raccontare e rivelare con massima trasparenza i problemi collettivi. Attraverso la trilogia Giorni di guerra (1950), Tramortito mondo (1953) e Notte sull’Istria (1958), la poetessa è riuscita a raccontare il profondo dolore della sua gente durante e a seguito della Seconda Guerra Mondiale. Le prime due sillogi sono considerate lo specchio dell’Istria distrutta e travagliata dalla guerra.
Il governo stanzia 8 milioni: obiettivo realizzarlo in due anni a Roma. Lo gestirà la Regione
Il sogno di un grande Museo nazionale del Ricordo delle foibe e dell'esodo è diventato ieri realtà. Il Consiglio dei ministri, su proposta del premier e del responsabile della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha approvato il disegno di legge sull'istituzione del Museo a Roma.
Foibe, Umberto Smaila: "Ma quali fascisti: gli esuli di Fiume erano italiani" - Figlio di esuli istriani, Umberto Smaila ricorda quel periodo storico e commemora le vittime delle foibe. "Ci sono ancora un negazionismo esasperato e poca conoscenza della storia"
Figlio di esuli fiumani, Umberto Smaila porta nella propria storia famigliare le tracce di quel drammatico passato. E le testimonia appassionandosi, quasi a voler tenere viva la memoria di un tempo assoggettato per troppi anni a un ingiusto oblio. Alla vigilia del Giorno del Ricordo, il popolare cantante e intrattenitore non ha abdicato a questa personale missione e anzi, al Giornale.it ha spiegato l'importanza di una commemoriazione fedele alla realtà storica e priva di negazionismi.
Leggi tutto: Ma quali fascisti: gli esuli di Fiume erano italiani
Il tramonto dell’Occidente è alle nostre spalle. Viviamo ormai da tempo la sera dell’Occidente, e cresce il timore della notte che verrà. L’invasione russa in Ucraina, il conflitto in Israele e Palestina, e la percezione netta che il pensiero dominante in Occidente – che pure si configura come Pensiero Unico e globale sia in realtà minoritario nel mondo – accrescono la sensazione di un Occidente assediato, circondato e isolato.
L’Occidente vede all’orizzonte, oltre la minaccia islamista, inquietanti ombre cinesi e persiane, turche e russe, flussi migratori arabi e africani; avverte che pure l’Organizzazione delle Nazioni Unite, l’Onu, non sincronizza i suoi pensieri con l’orologio occidentale e non ne condivide le linee e i canoni. Persino nella Nato il pronunciamento di Erdogan su Israele, ha infranto la compattezza dell’Alleanza militare e mostra una larga crepa sul fronte medio-orientale.
- La Cina comunista fallì anche nel semplice compito di produrre acciaio
- Tecnologie americane in Urss
- Dissenso Anticomunista - Emanuele Bartoli
- Le fosse comuniste dell'orrore: qui la gente spariva nel nulla
- Foibe: diamoci un taglio con i negazionisti
- Viva Trump che toglie la paghetta all’Oms filocinese
- Covid-19: Le responsabilità del partito comunista cinese
- La Cina ci ama. E dice che il Coronavirus è nato in Italia.
- Che Guevara: un comunista di merda
- La propaganda comunista: la sanità cubana
- La Bolivia volta pagina
- La decolonizzazione intempestiva
- L’Italia s’è desta ma non s’è liberata, l’hanno fatto gli Alleati
- Il falò di una cultura: è l'11 settembre dell'Europa cristiana
- Ai prof dico: visitate i gulag
- Il 1° maggio, ricorda che il Socialismo è schiavitù
- Reagire ai padroni del caos o morire poveri ma buonisti
- I padroni del caos e la riscoperta dell’identità
- Renato Cristin - La crisi siriana
- Renato Cristin spiega la grande macchina globalista
Foibe Conteggio articoli: 13
Le foibe: anche un gran numero di italiani sono stati vittime della violenza comunista. I partigiani di Tito, e molti partigiani comunisti italiani si sono macchiati di azioni raccapriccianti: deportazioni, uccisioni gratuite, torture, e atti di sadismo hanno contraddistinto molte azioni della "resistenza" nelle zone di confine. Secondo le stime più attendibili sono oltre 10.000 gli italiani vittime delle azioni dei comunisti in Friuli e in Jugoslavia.