Woke è chi sostiene che l'ideologia woke non esiste
Ci sono anche quelli a cui sembra del tutto naturale, e per nulla ideologico, parlare di patriarcato neoliberista e di razzismo sistemico, di cultura dello stupro e di decostruzione del privilegio eterocisnormativo. E quando li chiameremo woke ci diranno: woke? Quale woke?
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Il cortocircuito fatale della cultura woke schierata contro Israele
Tutto ciò che difende, dai diritti all’ambiente, è ben rappresentato dal paese che ha deciso di osteggiare. Ma in realtà, più che avere a cuore la libertà, il wokismo usa la difesa di alcune libertà per attaccare l’occidente e farne il colpevole di tutti i mali
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Le foibe sono il capitolo italiano degli orrori del comunismo
di Marcello Veneziani - 04 Settembre 2021
Non avrei mai pensato di tornare a difendere la memoria delle foibe dall’oltraggio militante di collettivi intellettuali spalleggiati dall’associazione partigiani. Ritenevo ormai assodato il giudizio, l’orrore e la memoria delle foibe, seppure con diverse interpretazioni dei fatti e delle responsabilità. Ero poi riluttante a parlarne ancora perché pensavo che fosse sciagurato ridurre la storia agli stermini e alle sue pagine più nere. E mi pareva meschino cercare di usare il passato a scopi politici, propagandistici o di denigrazione degli avversari, che tornano così nemici, e assoluti. E invece un miserabile attacco, prima individuale poi collettivo, ha rimesso in discussione l’entità della tragedia istriana, dalmata e giuliana e l’opportunità di commemorarla a livello istituzionale con la giornata del ricordo.
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Chi c'è dietro il (nuovo) Partito Comunista Italiano
Risalendo alle origini del (nuovo) Pci è emerso che a fondarlo sono stati Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel, nomi noti agli inquirenti italiani e francesi
Dallo scorso agosto il (nuovo) Pci è salito alla ribalta delle cronache per la lista di proscrizione dei "sionisti", all'interno della quale sono stati inseriti i nomi di giornalisti, politici, imprenditori, esponenti del mondo culturale e aziende, che avrebbero la colpa di sostenere Israele nella guerra contro Hamas. Si è acceso un faro su questa organizzazione anche e soprattutto per i toni utilizzati nei comunicati dal taglio eversivo, che invitano, tra le altre cose, a "rovesciare il governo Meloni rendendo ingovernabile il Paese fino a imporre un governo d’emergenza espressione degli organismi operai e popolari e del resto delle masse organizzate". Nonostante gli intenti e i toni, finora si è considerato il (nuovo) Pci come un'organizzazione secondaria, di poca importanza. Per capire meglio come possa muoversi, il Giornale ha indagato sulle origini di questo movimento, scoprendo, nelle sue fondamenta, collegamenti diretti con il terrorismo degli anni Settanta, Ottanta e Novanta.
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Quella verità "infoibata" sulla strage comunista di Vergarolla
Settantotto anni fa l'eccidio titino sulla spiaggia di Pola dove morirono oltre cento italiani. Sangiuliano: "Mai trovati i colpevoli"
Il 18 agosto del 1946 il mare di Pola è calmo. Placido. La gente è in spiaggia in un clima di festa perché i canottieri della «Pietas Julia» hanno organizzato una gara che non rappresenta solo un evento sportivo, ma anche un modo per restare legati all'Italia. Già perché ormai la guerra è persa da un anno e Pola è l'unica città dell'Istria a non essere finita sotto il controllo di Josip Broz Tito ma sotto quello britannico. I polesani sono in acqua oppure affacciati alla riva. Alle 14.15 un boato squarcia l'aria. È morte ovunque. Brandelli di carne si alzano in cielo e alcuni malcapitati vengono addirittura polverizzati. Qualcuno infatti ha innescato ventotto mine antisbarco ai bordi dell'arenile. È un massacro. Più di cento persone vengono uccise, un terzo dei quali sono bambini.
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Favole del comunismo
"Le mie favole del comunismo sono rifugi per sfuggire all'orrore"
Mentre Hoxha costruiva bunker, una bambina immaginava il futuro. Che ha trovato in Italia.
Intervista ad Anita Likmeta
Il martire che solo la Russia non capisce
La morte di Navalny indebolisce ancora di più l'immagine di Putin ai nostri occhi, sicuramente è un altro passo verso la non reversibilità del processo di isolamento di questa Russia dalle democrazie del mondo.
I Falchi Gender e la saggezza della Tamaro
In prima pagina sul Corriere della Sera oggi compare un’ode a Michela Murgia firmata da Roberto Saviano, due dei principali scrittori italiani. Con molta meno enfasi, un po’ nascosto nelle pagine interne, il Corriere della Sera ha pubblicato nei giorni scorsi un testo in cui Susanna Tamaro (la scrittrice italiana che ha venduto più copie di tutte al mondo, terza assoluta dopo Eco e Collodi) racconta la sua disforia di genere infantile: voleva disperatamente essere maschio, poi con l’adolescenza la questione si è “dissolta come neve al sole” e la riappacificazione con il proprio essere donna è stata naturale. Scrive la Tamaro che se fosse caduta nelle grinfie dei “falchi gender” a otto o dieci anni avrebbe avuto la pubertà bloccata dalla triptorelina per poi finire dipendente a vita da pillole e iniezioni di ormoni “perché la natura è più forte della cultura” e di certo di ogni cultura ideologica come quella che sottopone i bambini definiti “trans” a tali trattamenti. Michela Murgia e Roberto Saviano tifano invece per quella ideologia con i loro scritti imbevuti di teorie queer contro la famiglia naturale. E allora mi sono incaponito a cercar di capire chi ha ragione.
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