
Il comunismo in cifre
Ai dati dei genocidi indicati nella tabella sottostante vanno aggiunti i morti causati dalle carestie dovute agli errori di "programmazione economica" dei marxisti. Solo in Russia e in Cina i morti per fame, dovuti agli errori della programmazione del regime, ammontano a oltre 45.000.000 di persone. Altri 10 milioni circa sono stati assassinati volontariamente (Holodomor - genocidio ucraino - la carestia indotta in Ucraina per piegare i contadini) e quindi rientrano nelle cifre della tabella.

Ritorno a Vorkuta
Colin Thubron - In Siberia - Capitolo 2 "Mancamento di cuore". Uno straordinario racconto per capire la vita degli abitanti e dei prigionieri che sono vissuti e morti a Vorkuta uno dei più terribili gulag dell'Arcipelago.
Mille chilometri a nord di Tobol’sk, passato il Circolo Polare Artico a bordo del bimotore Antonov, il paesaggio si trasformò. La foresta era sparita, e al suo posto baluginava una tundra senza alberi: un intricato tappeto argenteo di funghi e licheni. Non una strada o una ferrovia che lo solcasse. Per migliaia di chilometri quadrati si apriva una distesa selvaggia, costellata da una miriade di rivoli e laghetti, come se il continente si fosse trasformato in una spugna dove i fiumi si accavallavano fantasiosamente uno sopra l’altro, frantumandosi in cento direzioni diverse.

Nazino - l'isola dei cannibali voluta da Stalin
L'affare Nazino è un esperimento sociale di sopravvivenza effettuato dalle autorità sovietiche nel 1933 presso l'isola di Nazino [L'umanità divorata nell'isola dei cannibali], a circa 800 km a nord di Tomsk, nel distretto Alexandrovsky dell'Oblast' di Tomsk e coinvolgente all'incirca tredicimila persone o secondo altre fonti seimila, delle quali quattromila perirono nell'estate del 1933 per la fame o per il cannibalismo dei conviventi.
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L'umanità divorata nell'isola dei cannibali
«Sull'isola [Nazino - l'isola dei cannibali voluta da Stalin] c'era una guardia di nome Kostja Venikov, era giovane. Faceva la corte ad una bella ragazza, anche lei deportata. La proteggeva. Un giorno, dovendosi allontanare, disse a un compagno: Sorvegliala tu, ma quello con tutta quella gente intorno, non riuscì a fare granché... qualcuno la prese e la legò a un pioppo: le tagliarono il petto, i muscoli, tutto quello che si poteva mangiare. Quando Kostja tornò, la ragazza era ancora viva. Lui voleva salvarla, ma lei aveva perso molto sangue e morì. Cose così erano allordine del giorno».
Pridurki
"Uno dei primi concetti indigeni che il novellino del lager viene a conoscere è quello di pridurok. Con questo termine rozzo, gli indigeni hanno chiamato chi ha saputo sottrarsi alla comune sorte di condannato a morte: o se n'è andato dai lavori comuni o non vi è mai capitato. I pridurki non sono pochi nell'Arcipelago....
Sarto, suona in un lager, press'a poco come professore universitario nel mondo libero. Al contrario, il vero professore suona come una beffa, meglio non rivelarsi tale per non esporsi al ludibrio. La scala dei valori sociali è capovolta rispetto quella dei liberi.
Sono pridurki, ma di infima classe, anche una lavandaia, una infermiera, un addetto alla caldaia, semplici fornai, i piantoni delle baracche. [...] I veri pridurki di zona sono: i cuochi, i tagliapane, i magazzinieri, i medici, gli infermieri, i parrucchieri, gli educatori della sezione educativo-culturale, gli addetti ai bagni, alla panetteria, al deposito, alla distribuzione dei pacchi" ...
Pagine 255-256 Arcipelago Gulag vol. 2

Enrico Berlinguer
Enrico Berlinguer, (Sassari 1922 - Padova 1984), uomo politico italiano, segretario del Partito comunista (PCI). Discepolo di Palmiro Togliatti, si iscrisse al Partito comunista nel 1943; negli anni Cinquanta fu segretario della Federazione giovanile comunista, e nel 1968 venne eletto come deputato al Parlamento. L'anno successivo, durante il XII congresso del partito, divenne vicesegretario del PCI, mentre la carica di segretario era ricoperta da Luigi Longo.

Così il Che è diventato il logo del capitalismo
«La sua faccia compare su magliette e accendini ma molti fan ignorano i misfatti del guerrigliero» - Vargas Llosa Mario
Dopo aver fatto così tanto (o così poco?) per distruggere il capitalismo, Che Guevara è diventato un marchio che è la quintessenza del capitalismo stesso. La sua immagine compare su tazze, berretti, accendini, portachiavi, portafogli, bandane, top, blue jeans, confezioni di tè alle erbe e, naturalmente, sulle immancabili t-shirt con la fotografia di Alberto Korda che ritrae l' idolo socialista con il berretto nei primi anni della rivoluzione, l' immagine che a 38 anni dalla morte del Che è ancora il simbolo dello chic rivoluzionario (o capitalista?).
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Trotzkij
Anche di Trockij è stato fatto un santino intoccabile. "Martirizzato" da Stalin, è stato poi beatificato dai comunisti occidentali. Tuttavia Trotzkij condivideva i metodi e le idee di Lenin e Stalin. La maggior parte degli storici ritiene che il corso del bolscevismo non sarebbe stato molto più morbido sotto Trotzkij. Citiamo le sue parole: "Il proletariato è una classe storicamente in ascesa... La borghesia, all'epoca attuale, è una classe in decadenza. Non solo non svolge il ruolo essenziale nella produzione ma, attraverso i suoi metodi imperialisti di appropriazione, distrugge l'economia mondiale e la cultura umana. La vitalità storica della borghesia è però colossale. Si aggrappa al potere e non molla la presa. Per questo minaccia di trascinare nella sua caduta tutta la società. Per strapparle il potere dalle mani occorre tagliargliele. Il terrore rosso è l'arma impiegata contro una classe votata a morire e che non vi si rassegna". Il terrore rosso finirà per distruggere anche la sua testa.
- Assurdità del comunismo
- Aleksandr Solzenicyn
- Anne Applebaum - Interviste TV
- Questo è un uomo nonostante il gulag
- Varlam Shalamov: testimone dell’abisso
- Varlam Šalamov: il dovere della memoria
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