Aleksandr Solzenicyn

Solženicyn, Aleksandr Isaevič (Kislovodsk 1918 - Mosca 2008) scrittore sovietico che ha fatto conoscere al mondo intero l'orrore dei campi di concentramento comunisti. Figlio di un proprietario terriero cosacco e di un'insegnante, compì gli studi all'università di Rostov. Nel 1941 si arruolò volontario nell'esercito, ma nel 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, fu condannato a otto anni di prigione per aver criticato la politica di Stalin in una lettera indirizzata a un amico.

Scontata la pena, si stabilì a Rjazan, nella Russia centrale, dove insegnò matematica e cominciò a scrivere. L'esperienza del carcere si riflette nelle pagine del suo primo romanzo, Una giornata di Ivan Denisovič, pubblicato nel 1962 sulla rivista letteraria "Novyj Mir" (Nuovo Mondo).

L'uscita del libro fu un avvenimento di vasta risonanza sia nell'Unione Sovietica sia all'estero. A questo primo romanzo seguirono Divisione Cancro (1968) e Il primo cerchio (1969), nei quali la critica allo stalinismo diviene sempre più serrata e demistificante;

Nel 1969 Solženicyn fu espulso dal sindacato degli scrittori sovietici per avere denunciato la censura che aveva colpito alcuni suoi scritti.
Insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1970. 
Nel 1974 fu espulso dall'Unione Sovietica in occasione della pubblicazione di Arcipelago Gulag (1973-1978, in tre volumi), lucida denuncia dei metodi terroristici impiegati dalla polizia segreta per eliminare gli oppositori.
Nel 1975 si trasferì in Svizzera, dove pubblicò il libro di memorie La quercia e il vitello (1975); successivamente visse negli Stati Uniti.
Nel 1994, dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, Solženicyn fece ritorno in Russia, dove, riottenuta la cittadinanza, fu accolto come un eroe.

Aleksandr Solzenicyn (1918 - 2008) è uno dei massimi scrittori sovietici del dopoguerra. Laureatosi in matematica, partecipò alla Seconda guerra mondiale. Benché decorato per due volte al valore, venne condannato per motivi politici (in una sua lettera era stata trovata un'allusione compromettente a Stalin) e deportato in un lager. La condanna a otto anni fu poi prolungata di altri tre, cosicché egli uscì dal campo di lavoro solo nel 1956. Venne riabilitato nel 1957, e poté guadagnarsi da vivere con l'insegnamento e cominciare a scrivere.

Nel 1962 il romanzo Una giornata di Ivan Denisovic costituì un evento politico, prima ancora che letterario: per la prima volta si parlava direttamente, in un romanzo, dei lager staliniani. Durante il periodo brezneviano fu tra i capi riconosciuti del dissenso sovietico e questo lo espose a nuove persecuzioni e lo costrinse infine all'’esilio negli Stati Uniti, da dove rientrò in patria solo dopo la caduta dell'Unione Sovietica.

Alla sua produzione letteraria, percorsa da un'aspirazione al recupero della cultura religiosa e patriarcale d'altri tempi, appartengono tra l'altro i romanzi Divisione Cancro (1967) e Il primo cerchio (1969), anch'essi dedicati alle persecuzioni staliniane. Attraverso i suoi scritti ha fatto conoscere al mondo i Gulag, i campi di lavoro forzato per i dissidenti del sistema sovietico. Gli è stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura nel 1970 e quattro anni dopo è stato esiliato dall'Unione Sovietica.

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