Verrà l'Anticristo e sarà ecologista, pacifista, ecumenista, vegano, animalista, giustizialista, populista, omofilo.
Più di 25 anni dopo la caduta del muro di Berlino, il crollo dell'Unione Sovietica e l'inizio delle dell'economia di mercato nella Cina (pur saldamente nelle mani dei comunisti), "Il Manifesto del Partito Comunista" compare ancora tra i primi tre testi più frequentemente assegnati agli studenti nelle università americane. Al contrario, la Bibbia non si presenta affatto.
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Le teorie economiche dei comunisti si sono rivelate fallimentari: ovunque applicate hanno prodotto enormi catastrofi. Tuttavia alcune idee dei socialisti e dei comunisti sulla società, sulla famiglia, sull'educazione dei figli continuano a circolare, producendo danni altrettanto gravi e una aberrante povertà morale nelle società occidentali.
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L’ideologo della lagna è ovviamente contro tutto. “No Tav”, “No all’alta velocità”, “No agli inceneritori” “No alle centrali nucleari”. Non c'è molta fantasia: in pratica è un "No" a qualsiasi grande (o non così grande) opera o riforma che si voglia realizzare in Italia.
Le motivazioni addotte dagli ideologi della lagna - Grillo, Gabanelli, Vendola e altri post/ex, comunisti - sono varie, ma sempre riconducibili a due o tre semplici argomenti e ripetuti a mo' di mantra, fino alla nausea, dai loro pappagalleschi fans sociologici:
Gorizia, 17 mag 2015 – Prendo spunto dall’atmosfera creata dalla sinistra contro il corteo di CasaPound a Gorizia per analizzare lo stile di pensiero di quella ideologia che va genericamente sotto il nome di “comunismo”.
Nel nuovo libro di Luca Simonetti tutti gli errori e i vuoti teorici di chi sogna un'economia che ci renda liberi attraverso la povertà. Alla fine è un mantra che ci viene propinato da qualche pensatore della destra (che ha nel Dna una tendenza passatista) e da una pletora sempre più ampia di pensatori di sinistra (che in questo caso rinunciano a ogni mito di progresso).
Il pregiudizio ecologista della magistratura non è sostenibile - Sacerdoti di cavilli e ipertrofiche norme ambientali, i giudici sono diventati agenti destabilizzanti dell’economia - di Alberto Brambilla | 03 Luglio 2015 - Il Foglio
Il simbolo di sfida del movimento operaio e della Resistenza è morto. Solo la bolsa retorica nostrana la fa rivivere di tanto in tanto. “Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa, sta per non conoscerti più, neanche coi sensi: tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie, ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli”: ma i poveri di oggi non sanno che farsene del pezzo di stoffa che tanto emozionava Pasolini, non lo conoscono, non lo sventolano. In cuor loro hanno capito che il simbolo è morto.