Scrive Stéphane Courtois nel capitolo introduttivo de "Il libro nero del comunismo": Il terrore nazista ha impressionato per tre motivi. Innanzi tutto perché ha toccato direttamente gli europei. In secondo luogo perché, in seguito alla sconfitta del nazismo e al processo di Norimberga ai suoi dirigenti, i suoi crimini sono stati ufficialmente designati e stigmatizzati come tali. Infine, la rivelazione del genocidio degli ebrei ha sconvolto le coscienze per il suo carattere apparentemente irrazionale, la sua dimensione razzista e la radicalità del crimine.
Anche di Trockij è stato fatto un santino intoccabile. "Martirizzato" da Stalin, è stato poi beatificato dai comunisti occidentali. Tuttavia Trotzkij condivideva i metodi e le idee di Lenin e Stalin. La maggior parte degli storici ritiene che il corso del bolscevismo non sarebbe stato molto più morbido sotto Trotzkij. Citiamo le sue parole: "Il proletariato è una classe storicamente in ascesa... La borghesia, all'epoca attuale, è una classe in decadenza. Non solo non svolge il ruolo essenziale nella produzione ma, attraverso i suoi metodi imperialisti di appropriazione, distrugge l'economia mondiale e la cultura umana. La vitalità storica della borghesia è però colossale. Si aggrappa al potere e non molla la presa. Per questo minaccia di trascinare nella sua caduta tutta la società. Per strapparle il potere dalle mani occorre tagliargliele. Il terrore rosso è l'arma impiegata contro una classe votata a morire e che non vi si rassegna". Il terrore rosso finirà per distruggere anche la sua testa.
Dzeržinskij, Feliks Edmundovič (Vilnius, Lituania 1877 – Mosca 1926), uomo politico sovietico. Nato da una famiglia della piccola nobiltà polacca, dopo aver militato nel Partito socialdemocratico aderì al movimento bolscevico. Più volte arrestato per la sua attività politica, nel 1917 fu tra gli organizzatori della “Rivoluzione d’ottobre”. Nominato da Lenin alla guida della CEKA di cui fu fondatore, la polizia segreta comunista, fu uno dei principali protagonisti della lotta contro le Armate bianche e l’artefice della campagna di terrore contro l’opposizione interna al nuovo regime (vedi Terrore rosso).
Lavrentij Pavlovič Berija (Beria). Nato a Sukhumi, 29 marzo 1899 – Morto a Mosca, 23 dicembre 1953. Beria è stato un politico sovietico. Fu il capo della polizia segreta dell'Unione Sovietica sotto Stalin. Berija, in quanto georgiano, fu uno dei primi alleati di Stalin nella sua scalata al potere all'interno del Partito Comunista e del regime sovietico [si veda anche Beria, l'Hilmmler sovietico].
Nicolae Ceaușescu: (Scornicești, 26 gennaio 1918 – Târgoviște, 25 dicembre 1989) è stato per 24 anni il presidente della Romania comunista. Segretario generale del Partito Comunista Rumeno dal 1965, fu il Presidente della Romania e Presidente del Consiglio di Stato della Romania dal 1967 al dicembre 1989, anno in cui fu deposto e processato con le accuse di crimini contro lo stato (sic), genocidio e "distruzione dell'economia nazionale".
Continua la controversia fra gli storici se abbia ucciso più persone Hitler o Stalin. Il libro dello storico inglese Frank Dikötter Mao’s Great Famine. The History of China’s Most Devastating Catastrophe, 1958-1962 (Walker, New York 2010) ci ricorda che Mao Tse-Tung li batte di gran lunga entrambi, stabilendo record che forse superano anche Gengis Khan. Una cosa, secondo Dikötter, è sicura: il “Grande Balzo in Avanti” del 1958-1962 è il più grande crimine di tutti i tempi, la peggiore catastrofe mai causata da mano umana nella storia.
Pol Pot è il simbolo stesso della follia comunista, l'incarnazione del male assoluto e degli incubi peggiori. Pol Pot: pseudonimo di Saloth Sar (provincia di Kompong Thom 1925 - confine con la Thailandia 1998), uomo "politico" cambogiano. Fondatore del Partito comunista cambogiano, nel 1963 organizzò le formazioni guerrigliere dei Khmer Rossi, per opporsi in seguito al governo filoamericano instaurato da Lon Nol (1970). Deposto Lon Nol nel 1975 e divenuto primo ministro, avviò un progetto di "rieducazione" della popolazione cambogiana, che prevedeva la sua deportazione in massa nelle campagne e il lavoro forzato nei campi.
Jagoda, Genrich Grigorević (Lodz 1891 – Mosca 1938), uomo politico sovietico. Di origini ebraiche (il suo vero nome era Herschel Jehuda), aderì nel 1907 all’ala bolscevica del partito operaio socialdemocratico. Membro della CEKA (la polizia politica segreta) dal 1920, in seguito fu messo a capo della GPU e del NKVD. Jagoda fu tra i più accesi sostenitori di Stalin e fu tra gli artefici dell’eliminazione di Kirov e della successiva ondata di epurazioni in seno al Partito comunista sovietico (vedi Purghe staliniane).