"Congiura del silenzio", questi sono stati i termini usati dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, in riferimento alla tragedia delle Foibe, nel giorno di commemorazione delle vittime (10 febbraio - giornata commemorativa istituita nel 2004). Diventa lapalissiano che, se a parlare in questi termini molto forti e con toni di denuncia è un Presidente del calibro di Napolitano che per decenni ha militato nella sfera comunista, si può veramente credere in questa ricostruzione storica; lo stesso Presidente ha poi evidenziato che: "Non dobbiamo tacere. Dobbiamo assumerci la responsabilità dell'aver negato o teso a ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica e dell'averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali".
Questione di Trieste: indica la lunga controversia sulla definizione dei confini che oppose l'Italia alla Iugoslavia dalla fine della seconda guerra mondiale alla stipulazione del trattato di Osimo nel 1975. Alla base della disputa vi furono, oltre Trieste, i territori del goriziano e dell’Istria passati sotto la sovranità italiana alla fine della prima guerra mondiale dopo un lungo dominio austriaco.
Paolo Granzotto - Il Giornale, 15/02/2008 - In occasione della «Giornata del ricordo» che commemora i massacri delle foibe e lesodo dei giuliani-dalmati mi sarebbe piaciuto rivedere le fotografie del nostro (?) presidente Sandro Pertini che, ai funerali di Tito, con aria affranta, toccava la bara del suo compagno.
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La fine della guerra e una «pulizia etnica» dimenticata: le foibe. Il 15 maggio 1943, la direzione sovietica decide di sciogliere il Comintern. La decisione di rinunciare ufficialmente a «esportare» la rivoluzione mira a rassicurare gli alleati e a migliorare i rapporti con loro. Favorisce altresì l’emergere di una definizione della «via nazionale» al comunismo, propria di ciascun paese.
PARLA TOFFANIN, IL " GARIBALDINO " SQUADRISTA DI TITO RESPONSABILE DELLA STRAGE DI PORZUS NEL 1945: FURONO ASSASSINATI 22 PARTIGIANI BIANCHI - "Io, pensionato delle Foibe, non mi pento" Fece uccidere anche il fratello di Pasolini, una morte che imbarazza la sinistra [Le foibe: una "pulizia etnica" dimenticata].
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