18 agosto 2016 - Oggi è morto lo storico Ernst Nolte, il primo a cogliere l'essenza della brutale repressione comunista e dell'ideologia bolscevica come razzismo di classe: La posizione dell'autore è che l'arcipelago gulag è un "evento più originario" di Auschwitz (sia in termini temporali sia in termini di causa-effetto) e che lo "sterminio di classe" operato dai bolscevichi è il "prius logico e fattuale" dello sterminio degli ebrei messo in pratica dai nazionalsocialisti. Pertanto i crimini nazisti possono essere interpretati come una conseguenza della "barbarie asiatica" dei bolscevichi. Hitler avrebbe preso esempio da Stalin e dai gulag, attuando una "lotta di razza" anziché una "lotta di classe". Minacciata di annientamento e dalla possibile estensione della Rivoluzione cominterniana ai territori tedeschi, la Germania avrebbe reagito sterminando gli ebrei, considerati all'epoca i fondatori del regime comunista.
IL GIORNALE 18 agosto 2016 - Addio a Ernst Nolte. Il filosofo e storico tedesco si è spento a 93 anni in una clinica di Berlino dopo una breve malattia, secondo quanto ha reso noto la sua famiglia all'agenzia stampa Dpa.
Docente all'università Libera di Berlino, Nolte aveva provocato 30 anni fa un ampio dibattito e reazioni indignate in tutto il mondo con la controversa tesi che Adolf Hitler e il regime nazista fossero una reazione alla "minaccia esistenziale" che rappresentava per la Germania la rivoluzione russa. La sua tesi sulla sostanziale equivalenza dei regimi totalitari del '900 e la nascita del nazismo come reazione al bolscevismo ha suscitato controversie e polemiche a non finire: è morto, all'età di 93 anni, lo storico tedesco Ernst Nolte, che negli anni '80 era diventato noto, sostenendo che era stata la rivoluzione russa del 1917 a provocare gli eventi che avrebbero portato all'ascesa del nazismo e quindi all'Olocausto. Nolte, infatti, aveva sostenuto che fascismo e nazismo avevano guadagnato popolarità tra la classe media in reazione al pericolo di un'espansione del bolscevismo, indicando nei gulag i precursori ai quali si sarebbero rifatti i nazisti per i campi di sterminio. Una posizione che alla metà degli anni '80 si inserì nel dibattito conosciuto come "controversia degli storici", con i critici che lo accusavano di essere pericolosamente vicino a giustificare l'Olocausto.
Nato nel 1923, storico e filosofo, allievo di Martin Heidegger, dal 1973 Nolte ha insegnato alla Freie Universitat di Berlino, come professore emerito di storia contemporanea, fino alla pensione. Nel 2000 gli è stato assegnato il premio Konrad Adenauer per la letteratura. "Uno dei più discussi contemporaneisti tedeschi". Così l'Osservatore Romano descrive lo storico Ernst Nolte, scomparso oggi all'età di 93 anni, ricordando che "a seguito di un articolo pubblicato sulla 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' con il titolo 'Un passato che non vuole passarè in cui veniva effettuata una comparazione tra il Gulag e la Shoah, lo storico si trovò al centro di polemiche durissime". Osserva il quotidiano vaticano: "Nella spiegazione del totalitarismo nazista, Nolte cercò di dimostrare che occorreva togliere l'etichetta di 'male assolutò al nazismo e bisognava fornire una spiegazione storica al regime hitleriano, che si veniva a configurare essenzialmente come una sorta di controrivoluzione conservatrice e nazionale alla rivoluzione internazionale bolscevica". L'Osservatore Romano sottolinea che "queste tesi furono criticate da molti e oltre l'accusa di giustificare il nazismo venne disapprovata l'interpretazione complessiva dello storico tedesco. Ovviamente, molti punti dell'opera di Nolte possono suscitare perplessità e diversità di interpretazione storiografica - premette il quotidiano vaticano - ma l'idea che i suoi studi possano essere stati in qualche modo 'scomunicatì suscita riserve ancora maggiori".