Dzeržinskij

Dzeržinskij, Feliks Edmundovič (Vilnius, Lituania 1877 – Mosca 1926), uomo politico sovietico. Nato da una famiglia della piccola nobiltà polacca, dopo aver militato nel Partito socialdemocratico aderì al movimento bolscevico. Più volte arrestato per la sua attività politica, nel 1917 fu tra gli organizzatori della “Rivoluzione d’ottobre”. Nominato da Lenin alla guida della CEKA di cui fu fondatore, la polizia segreta comunista, fu uno dei principali protagonisti della lotta contro le Armate bianche e l’artefice della campagna di terrore contro l’opposizione interna al nuovo regime (vedi Terrore rosso).

Commissario del popolo (cioè ministro) per i Trasporti nel 1921, nel 1924 venne eletto nel Politburo, la massima istanza del Partito comunista, ma nel 1926 morì, a causa di un infarto, durante una riunione politica.

Eroe ufficiale dell’Unione Sovietica, Dzeržinskij sarebbe diventato in seguito anche un simbolo del totalitarismo sovietico.

La sua statua campeggiò davanti al quartier generale moscovita della polizia segreta fino all’agosto del 1991, quando venne abbattuta dai manifestanti dopo il fallito tentativo di colpo di stato attuato da alcuni esponenti del Partito comunista (PCUS).

Il "monte" Dzeržinskij così ribattezzato in suo onore o Hara Dziarjynskaïa (in bielorusso: Гара Дзяржынская), di 345 metri di altezza sul livello del mare (un monte di 345 metri è adeguato alla statura morale del personaggio di cui porta il nome. NDR), è il punto più elevato della Bielorussia. In cima a questa collinetta c'è ancora un monumento in ricordo di questo triste sgherro comunista entrato nella storia come uno dei peggiori criminali bolscevichi.

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